
Sono tanti i ragazzi della nostra regione sparsi per l’Italia e all’estero. Laziali d’esportazione, nuovissima rubrica di Lazioingol.it, punta a riavvicinarli idealmente a casa, indagando circa le nuove abitudini, i nuovi usi e costumi. Il nuovo modo d’intendere e di vedere il football, lontano dal rassicurante focolare domestico.
Sotto la lente d’ingrandimento, un ariete scuola Pescara. Emanuele Testardi ha assaggiato la massima serie in maglia blucerchiata. Lo Stivale l’ha girato in lungo ed in largo, in profondità. Ha fatto esperienza di tutte le maggiori categorie, nonostante i 26 anni da compiere. Quest’anno veste la maglia del San Severo, ha preso residenza in Puglia. Ancora per poco…
Ti sei affacciato in Serie A, hai tentato l’avventura in cadetteria ed infine ti sei stabilizzato in Lega Pro. Nelle ultime due stagioni hai deciso di scendere in Serie D. Vivi questa situazione come un declassamento o come un trampolino di rilancio? Ho avuto la fortuna di mettere piede in Serie A, penso sia il sogno di tutti. Facevo parte di rose – negli anni di Primavera a Pescara e alla Sampdoria soprattutto – composte da giocatori che oggi militano in grandi club europei ed italiani. Purtroppo qualche sbaglio in passato l’ho fatto ed oggi ne pago le conseguenze. Arrivare in alto è difficile, ma a scendere ci vuole un secondo. Per stare a certi livelli, oltre alle doti tecniche, devi avere quelle mentali. Ho scelto di misurarmi in Serie D perché la Lega Pro di oggi non permette di guadagnare neanche un buono stipendio, a meno che non fai parte di club di prima fascia, che lottano per obiettivi ambiziosi”.
Il girone H è di quelli non semplici. Credi che rimarrai anche dopo il mercato a misurarti in questo raggruppamento? “In questa categoria ho fatto il girone di Sicilia e Puglia. Ora però vorrei spostarmi al Nord per misurarmi con un livello differente. Sono curioso di conoscere il valore delle squadre del Nord, perché qui dove mi trovo c’è grande competizione. Le piazze sono calde e passionali, le compagini tutte ben attrezzate“.